Il controllo dei costi di acquisto è da sempre una priorità per le imprese; un’attività fondamentale del Supply Chain Management. Uno tra gli strumenti più potenti a disposizione delle imprese in questo senso è il Cost Engineering, che tuttavia ancora oggi molte aziende faticano a implementare.
Vediamo quali sono le principali criticità e alcune possibili soluzioni per una corretta implementazione di questo strumento così importante e, relativamente, poco diffuso.
Il Cost Engineering viene chiamato anche Cost Breakdown, proprio per la sua caratteristica di prendere un oggetto e “spaccarne” il relativo valore in alcune voci caratteristiche:
L’analisi di breakdown così ottenuta consente di avere una valutazione dei costi effettivi necessari per la produzione del bene e, di conseguenza, di poter stimare il livello di marginalità effettiva del suo fornitore.
L’implementazione di questo processo porta benefici trasversali a due principali aree di riferimento, spesso poco dialoganti tra di loro:
I benefici della strutturazione di un processo di Cost Engineering sono quindi rilevanti.
Approfondiamo ora le 3 principali criticità che un’azienda può trovarsi ad affrontare nella sua implementazione.
La prima criticità legata al Cost Engineering è il suo essere un processo che richiede intrinsecamente un alto livello di competenza su due fronti: quello tecnico e quello dei costi.
Da un lato, infatti, fare un’analisi di breakdown richiede una significativa conoscenza del prodotto che si analizza e delle tecniche necessarie per produrlo. Vi è la necessità di stimarne un ciclo produttivo (con le relative tecnologie) e di saperne valutare i tempi di lavorazione. Questo è spesso un primo ostacolo importante per quelle aziende che non hanno al loro interno questo genere di competenze.
Non va tuttavia sottovalutato un secondo aspetto: anche la corretta valutazione dei costi (del materiale, ad esempio, o dei processi di trasformazione in termini di €/ora) richiede competenze specifiche. Frequentemente ci si affida, infatti, a valori ritenuti “di mercato”, presi da fonti generiche o basati sull’esperienza di chi effettua l’analisi, commettendo importanti errori ed approssimazioni che possono portare a risultati incoerenti.
Un secondo punto spesso critico anche per le aziende che già fanno Cost Engineering è relativo alla definizione del metodo di analisi e di calcolo.
Esso, infatti, dovrebbe essere:
Quello del metodo è un aspetto chiave per quanto riguarda la comparabilità delle analisi svolte e, soprattutto, per la continuità del processo di costificazione.
Non è purtroppo infrequente il caso di imprese che si affidano completamente all’esperienza dei propri analisti, senza cercare una strutturazione del processo di analisi. Questa scelta comporta importanti rischi, quali:
Un metodo chiaro e condiviso, all’opposto, genera l’opportunità di digitalizzare il processo, favorendo la condivisione e la strutturazione dei dati, unificando il processo di calcolo e semplificando il lavoro dell’analista.
Da ultimo, l’aspetto più importante di tutti: introdurre nelle aziende le logiche di Cost Breadkown richiede un forte cambiamento culturale, specialmente all’interno delle organizzazioni degli Acquisti.
L’implementazione di questo tipo di processi, infatti, necessita di una maturazione da parte del buyer, che deve saper “reinventare” l’approccio alla discussione con i propri fornitori: da uno prettamente negoziale a uno tecnico, basato su elementi oggettivi.
Questo importante step evolutivo nella crescita del buyer deve necessariamente essere affiancato da una crescita di competenze, necessarie per poter preparare trattative complesse, fact-based e con un forte contenuto tecnico. Si tratta di un’evoluzione non scontata, che richiede una certa predisposizione da parte del personale coinvolto, il quale deve avere il tempo necessario per questa transizione.
Sono, quindi, diversi gli ostacoli sulla strada di un’azienda che vuole implementare un processo di Cost Engineering; i risultati ottenuti una volta a regime, tuttavia, ripagano di gran lunga gli sforzi fatti.
Come fare, dunque, a superare queste criticità e beneficiare dei risultati che il Cost Engineering può apportare? La regola chiave è non improvvisare, ma costruire, passo dopo passo, competenze e metodi con il supporto di chi padroneggia la materia e può impostare il processo su solide fondamenta.
Makeitalia, azienda che da oltre 13 anni ha il suo core business nella Supply Chain e nella gestione della catena di fornitura, può essere il tuo partner ideale per l’implementazione del Cost Engineering.
Abbiamo supportato, al fianco dei nostri clienti, diverse aziende in progetti di Cost Breakdown, sia nella fase di Assessment, sia nella fase esecutiva, raggiungendo assieme i risultati prefissati e concretizzando le idee.
Mettiamo, inoltre, a disposizione delle aziende, un corso di formazione dedicato, appunto, all’analisi di Cost Breakdown, con l’obiettivo di approfondire questa metodologia analitica che consente di comprendere, nel dettaglio, la struttura di costo di un determinato componente o prodotto e di individuare il corretto prezzo di mercato.
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